Inizialmente come responsabile dei Sistemi informatici aziendali, da una quindicina d’anni impegnato nell’area del management, come referente commerciale nei confronti dei Comuni partner, dal Friuli Venezia Giulia a grossa parte del Veneto.
Nel salutare i colleghi, Ennio Filippetto ha sottolineato come in questo lungo percorso professionale, durato oltre 40 anni, per lui siano stati fondamentali “il senso di appartenenza all’azienda e la passione che ho sempre cercato di mettere in tutto quello che facevo. In questo ambiente mi sono trovato bene, ho potuto contare su bravi colleghi, che in molte situazioni mi sono stati di supporto e dai quali ho potuto imparare. Quando ho cominciato a lavorare qui, eravamo davvero in pochissimi, solo una decina; ora che ho salutato, siamo moltissimi, circa 600 persone. La realtà in questi anni si è evoluta in modo sostanziale, ma il mio attaccamento ad ABACO è rimasto immutato nel tempo”.
Un ringraziamento speciale Ennio l’ha rivolto alla famiglia Gallo, alla quale lo lega un rapporto di fiducia e stima reciproca, famiglia che anni fa lo nominò “procuratore speciale”, conferendogli il potere di agire in suo nome e conto di fronte a terzi, consentendogli l’autorità di compiere specifici atti.
Lasciando il lavoro, Ennio pensa già ai vari impegni che assorbiranno le sue giornate. Persona molto attiva, sia da un punto di vista sociale che sportivo (“non vedevo l’ora di farmi qualche bella passeggiata lunga”), racconta di essere da due anni il presidente di una società calcistica con oltre 200 bambini e giovanissimi da seguire. A casa, inoltre, ci sono due nipotini che l’aspettano per giocare e trascorrere un pò di tempo con il nonno.
“La cosa più bella che credo di aver appreso durante un’intera vita lavorativa in ABACO – conclude Ennio – credo sia l’orgoglio di lavorare bene, non tanto per sé e per raggiungere i propri obiettivi personali, quanto piuttosto per il bene dell’intera azienda e soprattutto dei clienti. Poter contribuire alla crescita di una realtà come ABACO, penso sia una delle cose più belle che mi sia capitata!”.