Ne abbiamo parlato con Antonella Quer, responsabile della divisione “Tributi Minori” di ABACO Spa, che questa rivoluzione la sta vivendo in prima persona, per capire cosa effettivamente è cambiato e in quale direzione stiamo andando.
Antonella, lei è in azienda dal 2007. Quali sono i principali cambiamenti ai quali ha assistito?
"Rispetto ai primi anni, in cui il nostro riferimento era il Decreto Legislativo n. 507 del 1993, che lasciava scarso spazio di manovra ai Comuni, tracciando linee e regole ben precise, oggi la nuova Legge n. 160 del 2019, in vigore da gennaio scorso, ridisegna i confini dell’utilizzo degli spazi pubblici e delle esposizioni pubblicitarie, ma è un impianto normativo piuttosto scarno. Questo cosa comporta? Che ci sono parecchi spazi 'da riempire', che necessitano dell'intervento diretto del Comune o dell'Ente locale a colmarli, tramite la definizione di un regolamento e di un nuovo sistema tariffario. Una delle difficoltà maggiori è stata, ed è tuttora, che parecchie Amministrazioni comunali avevano sottovalutato la scadenza del 01 gennaio 2021, nella convinzione che il Governo sarebbe intervenuto con l'ennesima proroga. Così non è stato, e ancora oggi numerosi Comuni sono in affanno, nel tentativo di mettersi a norma entro i termini di approvazione del bilancio. Rimangono inoltre parecchi nodi da sciogliere, quali ad esempio la rideterminazione delle modalità di gestione, nonché discordanze interpretative in ordine all’individuazione del soggetto attivo nel caso in cui un impianto pubblicitario ricada su strada provinciale, regionale o statale".
Un cambiamento del genere, avrà degli effetti anche sulla vostra organizzazione aziendale interna?
"Certo. Stiamo lavorando per rivedere le nostre procedure operative, sia a livello organizzativo in senso stretto, sia sul fronte degli strumenti gestionali a disposizione, che stiamo completamente riaggiornando. Rispetto alla concorrenza, ABACO è stata molto veloce nel recepire la nuova normativa e nel mettere a punto strumenti operativi ad hoc per i Comuni serviti, come una traccia fac-simile di regolamento e varie sessioni di formazione e aggiornamento per i funzionari degli Enti, che abbiamo svolto e svolgiamo in modalità streaming. Questo ci ha assicurato un grande vantaggio competitivo e l'acquisizione di molti nuovi affidamenti per i Comuni per i quali eravamo già affidatari di precedenti prelievi, ma siamo riusciti ad aggiungere anche nuovi Enti, che oggi sono circa 550, distribuiti in tutta Italia".
La vostra struttura, come ha reagito a questa rivoluzione?
"Nella complessità del momento - con la pandemia, lo smartworking e l'introduzione del Canone Unico - posso solo ringraziare i collaboratori, poiché è uscito in modo forte lo spirito di squadra e l'amore per l'azienda. Ho visto persone lavorare ben oltre il loro dovuto, in quanto il momento lo richiedeva e hanno deciso di contribuire con generosità. Del resto, alla guida della nostra divisione prima di me c'è sempre stata la signora Vallì Mantoan, che con la sua esperienza nel settore, ha rappresentato una grande testimonianza, per tutti noi, di impegno, passione, dedizione e competenza. La divisione “Tributi Minori” oggi è molto grande (siamo una cinquantina di risorse fra le sedi di Padova e Montebelluna, ai quali si aggiungono 150 collaboratori che lavorano nei circa 70 uffici territoriali in tutta Italia), eppure - mai come in questo momento - ci siamo sentiti così vicini fra di noi".
Quali opportunità intravvede nel Canone Unico?
"Il legislatore ha scelto di lasciare in mano agli Enti locali il governo del proprio territorio, ma anche di intervenire in modo pesante per combattere l'abusivismo, per cui diventa fondamentale verificare le autorizzazioni e controllare il territorio, sanzionando le posizioni abusive. Uno degli aspetti positivi, per noi di ABACO, in qualità di intermediari, è che non siamo più solo esattori di tasse, ma stiamo diventando sempre più gestori del territorio, nonché consulenti operativi dell'Ente pubblico, in quanto vengono riconosciute le nostre competenze e la lunga esperienza nel settore. Rispetto al vecchio regime, dove potevano coesistere due strade parallele con la parte amministrativa in capo all'Ente e quella tributaria a noi, ora invece le strade si intersecano e la comunicazione con i Comuni è molto più intensa e frequente, così come la trasmissione di dati e di informazioni".
C'è un pensiero che vorrebbe formulare sul futuro di ABACO?
"Mi auguro che riusciremo sempre a mantenere la nostra unicità, che è fatta di una proposta sartoriale, cucita su misura per il cliente, da est a ovest dell'Italia, da nord a sud, fino alle isole. Fornendo una proposta di alta qualità, coerente ed uniforme, in qualunque parte d'Italia in cui operiamo".
(feflo)